La capanna inibisce i consumi

Se le persone stanno in casa si fanno scelte diverse: alcuni beni si vendono di meno, altri di più
di Mirko Nesurini

La sindrome della capanna, oppure della grotta, decidete voi quale ameno loculo scegliere, per raccontare di quel luogo in cui siamo tanto protetti da non volerlo più lasciare.

Sembra che tale «sindrome» stia emergendo nel post lockdown dove un misto tra paura di affrontare il mondo aperto e abitudine alla vita domestica stiano reprimendo la voglia di uscire, tanto che lo psichiatra e filosofo Damiaan Denys ha evidenziato di come il virus sia «diventato una ossessione».

In realtà, tale curiosa sindrome è molto legata a come siamo organizzati da un punto di vista psicologico e di cosa la società ci chiede. Questo fenomeno accade da anni a taluni ragazzi giapponesi che escludono le relazioni con gli altri e con il mondo esterno, preferendo l’isolamento sociale. A quelle latitudini il fenomeno viene chiamato Hikikomori ed è legato a una forma di ribellione dei giovani rispetto alla cultura tradizionale.

Nel nostro caso le ribellioni non c’entrano. Si tratta piuttosto di un mix tra nuove abitudini e la paura di essere contagiati.

A lanciare l’allarme è stato, nelle scorse settimane, il Collegio Ufficiale di Psicologi di Madrid. Un team di ricercatori spagnoli aveva segnalato che a soffrire di questo disturbo esistono più persone di quante si possa immaginare. Per alcuni aspetti questa sindrome assomiglia all’agorafobia, ossia la paura degli spazi all’aperto, ma mentre quest’ultima è una vera e propria fobia, la sindrome della capanna tende a scomparire presto. Solitamente in un paio di settimane, il tempo necessario perché chi ne soffre possa riabituarsi alla routine quotidiana.

Senza dilungarci troppo sulle questioni psicologiche, che non appartengono a questa rubrica, il fenomeno che abbiamo descritto è caratterizzato da un numero X di persone che stanno in casa e non escono e di conseguenza portano a una depressione del consumo di alcuni beni per favorire invece quello di altri.

Ci nutriamo (alimentari e bevande), cerchiamo, nel limite del possibile, di curare il nostro corpo (prodotti beauty e allenamenti in YouTube Gym), consumiamo prodotti televisivi e video a tutti i livelli (soprattutto videogiochi), mentre alcuni si occupano della manutenzione della casa e del giardino (arredo e cura del verde)… (continua a leggere)